sabato 6 settembre 2008

Elezioni americane 2008

A meno di sessanta giorni dalle elezioni per la presidenza degli Stati Uniti d’America, i candidati, senatore Barack Obama per il partito democratico e senatore John McCain per quello repubblicano, hanno scoperto tutte le proprie carte e i propri programmi e si avviano a sfidarsi frontalmente in una delle più emozionanti campagne elettorali degli ultimi anni. Sembrano così lontani i giorni in cui anche in Italia si era in pieno clima elettorale, tuttavia si può ben notare che, a differenza che negli Usa, da noi è mancata assolutamente quell’appassionata volontà di cambiamento che entrambi i candidati americani, seppur nelle loro proprie caratteristiche, tentano invece di mostrare. Sia Obama sia McCain hanno capito che il paese è stanco dell’amministrazione Bush e che ha bisogno di una scossa profonda per risollevarsi e per tornare a dominare la scena internazionale come ha sempre fatto dalla fine della Guerra Fredda. Così Obama si è espresso nel suo discorso di accettazione della candidatura presidenziale: “America, we are better than these last eight years. We are a better country than this.”; al contrario McCain ha pronunciato queste parole: “And after we’ve won, we’re going to reach out our hand to any willing patriot, make this government start working for you again, and get this country back on the road to prosperity and peace.”. Si può allora capire come il vero motto di queste imminenti elezioni sia il rinnovamento, il cambiamento che persino il candidato repubblicano, partito da cui proviene lo stesso presidente G.W. Bush, ha saputo cogliere dalle vicende degli ultimi mesi, un’economia in profonda crisi, una disoccupazione salita a livelli preoccupanti, un esercito che ancora fatica ad imporre la vittoria sia in Iraq e ancor più in Afghanistan. Dopo aver letto i discorsi effettuati dai due candidati, personalmente sento di dover confermare il motto inaugurato da J.Biden, candidato scelto da Obama per la vicepresidenza, che afferma: “Obama is the change, McCain is more of the same”, poiché il programma elettorale di Obama che prevede, tra le altre, proposte come l’estensione dell’assicurazione sanitaria per tutti i cittadini, maggiori aiuti alle famiglie per garantire l’istruzione adeguata ai propri figli e un graduale ritiro dal territorio iracheno si presenta veramente come una proposta riformista; il programma di McCain, al contrario, e della sua candidata alla vicepresidenza Sarah Palin, pur riprendendo in alcune tematiche prioritarie, problemi affrontati anche da quello di Obama, sembra essere influenzato dalla politica ormai ammuffita di Bush e del suo partito e sembra anche non avere quella carica propulsiva che invece mostra il programma democratico. Occorre fare, a questo punto, una profonda riflessione e chiedersi di quale profonda malattia soffra il sistema politico italiano che non ha saputo offrire un solo candidato che sapesse incarnare lo spirito di cambiamento e che sapesse comprendere la necessità di un profondo riformismo per superare quella che si mostra essere come la più grave crisi economica dopo la grande depressione del ’29. Sia Berlusconi sia Veltroni, infatti, hanno riproposto in modi diversi, le stesse tematiche che in Italia si stanno discutendo ormai da troppi anni, senza trovare alcuna soluzione e togliendo invece lo spazio per le questioni importanti e le sfide che si dovrebbero invece intraprendere per rilanciare il paese. Gli Usa, pur nelle loro contraddizioni storiche, si sono dimostrati ancora una volta una democrazia estremamente più vitale e consapevole della nostra e da cui spesso, ma non sempre, dovremmo prendere esempio.

1 commento:

Mic ha detto...

Bravo Andrew,
fa sorridere pure me il cambiamento che propone Mc Cain.
Nella politica ambientale Obama si presenta rivoluzionario con le tecnologie sui biocarburanti, pannelli fotovoltaici, e l'eliminazione della dipendenza dal petrolio.
Al contrario il sopravvissuto del Vietnam, propone semplicisticamente un utilizzo pulito del carbone,come a dire che cento anni di inquinamento da PM10 e company, non ci hanno insegnato nulla.

Michele