Driiiin….driiin….ormai ci siamo…è finita….
L’anno scolastico sta ormai per finire, anche quest’anno, come sempre nella vita del liceo, gente va, esce, verso il mondo dell’università, verso la realtà, e altri invece rimangono nelle aule di questa nostra scuola, sognando che prima o poi tutto finisca. Lo so bene, per quasi quattro anni l’ho fatto anch’io, ogni anno aspettavo la fine delle lezioni e pensavo a quanto tempo ancora mancava prima che la fatica terminasse, magari mentre cercavo di studiare una delle mille difficili formule di fisica o matematica, o cercando di capire, guardando gli appunti con occhi stralunati, che cosa stesse cercando di dirci la prof mentre spiegava in classe. Adesso ormai ci siamo, il sogno si sta ormai per realizzare, ma ora provo però una certa tristezza pensando a quello che ho trascorso, a quelle esperienze che in questa scuola ho vissuto e a quella tranquillizzante routine che, benché spesso mi abbia assillato durante questi cinque anni, non ritroverò più e certamente un pochino mi mancherà. Sono stati anni difficili, impegnativi e mi diverte pensare, guardando i primini, quanto siamo cresciuti e maturati al Mascheroni, alle amicizie che abbiamo stretto, agli amori sbocciati e magari anche conclusisi, forse anche mai iniziati, ma che hanno in ogni caso animato la nostra vita da liceali, il rapporto spesso difficile, ma pieno di soddisfazioni con i professori, tutti quelli che abbiamo conosciuto nel corso di questi anni. Chi mai l’avrebbe detto che tutto sarebbe passato così in fretta? All’inizio di quest’anno immaginavo come sarebbe stata lunga la quinta classe e come saremmo stati in ansia per gli esami che ormai incombono; in realtà è stato quasi un lampo, veloce, e adesso, ormai vicini alla maturità, camminare per i corridoi del liceo, sedersi tutti i giorni in classe, guardare i primini che si affannano al bar per conquistare un panino, acquista veramente un altro significato e mi rimanda al passato, a quando eravamo anche noi appena arrivati, esitanti, trepidanti per la suggestione che ci faceva entrare per la prima volta in un ambiente così diverso da quello dove eravamo cresciuti, quando ancora le aule sembravano immense e le prime verifiche uno scoglio insormontabile. Ricordo ancora il primissimo giorno di scuola, quando conobbi tutti quelli che sarebbero stati i miei compagni in questa avventura stupenda che mi stavano aspettando con gli occhi ancora assonnati, poiché ero già arrivato in ritardo, dopo che mi ero perso nel cercare la classe. Sicuramente indimenticabili saranno anche i primi giorni della terza, quando, atteggiandoci già da grandi, pur non essendolo, perché eravamo finalmente al triennio, abbiamo incontrato i professori che ci hanno accompagnato per gli anni forse più belli e vivaci del liceo, benché siano anche quelli più impegnativi e stressanti, e che ritroveremo anche all’esame di maturità, perlomeno alcuni. Molti sono stati i momenti belli di questi cinque anni, tra queste le gite di classe e il divertimento ad esse collegato, ma la quinta ci ha riservato sicuramente le emozioni più grandi, la grande vittoria a Saint-Vincent di quest’anno, quando abbiamo sconfitto Lussana e Sarpi, dimostrando ancora una volta di essere i migliori, la bellissima gita a Praga e, per quanto mi riguarda, il viaggio a Roma all’inaugurazione dell’anno scolastico. Senza dubbio queste esperienze rimarranno nel mio cuore, così come i compiti, la fatica, le delusioni per voti che magari non mi soddisfavano, ma soprattutto non scorderò mai quando il nostro preside Di Mauro, ancora quando io ero in terza, si emozionò raccontando la storia della scuola, che conoscevo solo in parte, facendomi sentire parte di una sola grande famiglia. Una famiglia che mi ha accolto, ospitato, che mi ha fatto piangere o esultare, ma che senza dubbio mi ha fatto crescere, come mai avrei pensato quando questa avventura ha avuto inizio. Una famiglia che voglio ringraziare per tutto quel bagaglio di esperienze che come una spaziosa valigia porterò sempre con me ovunque il futuro dirigerà i miei passi e che conserverò nella memoria e nel cuore come gli anni sicuramente più belli di questa vita, la quale, come dice Seneca, autore che tanto piacerà alle prossime quinte, longa est si uti scias. Spero così che il Mascheroni, la scuola che così grandi gioie mi ha regalato, possa continuare, percorrendo la strada che ha intrapreso fin dalla sua nascita, ad essere non solo centro di formazione culturale, ma anche e soprattutto centro di maturazione, centro propulsivo di una crescita completa per ogni studente che sceglierà di affidargli il proprio futuro, così come di tutti i docenti a cui sarà affidata la vita di questa istituzione, che non è solo una scuola, ma che è stata prima di tutto il sogno e l’avventura di un grande educatore e di un gruppo di docenti che in essa ha creduto.
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